Cinque anni di accoglienza, uno sguardo

19 Agosto 2020

Symploké ha compiuto ormai da qualche mese cinque anni di attività nell’accoglienza. Ecco qualche spunto per ricordare il nostro lavoro “fra le boe” dei numeri.

A distanza di cinque anni e mezzo dalla nascita di Symploké, in un momento in cui si torna a dibattere del fenomeno migratorio e in attesa di sapere se e quali novità avremo presto nel panorama di accoglienza nazionale e locale, ci piacerebbe tentare uno sguardo trasversale all’attività portata avanti finora.

Per fare un buon riepilogo sarebbe necessario rileggere tutti i bilanci, estrarne i dati, ma anche ripercorrere ciò che è stato pubblicato sul nostro sito e, scavando nella memoria di ognuno, ritrovare persino ciò che abbiamo fatto senza documentarlo. Bisognerebbe inoltre farsi raccontare l’esperienza da chi direttamente l’ha vissuta, dall’inizio oppure entrando a un certo punto del percorso. Ospiti, lavoratori, volontari.

Non possiamo farlo qui. Però, dopo aver rapidamente sfogliato i bilanci sociali e le note integrative ai bilanci di questi cinque anni, tiriamo fuori alcuni spunti molto concreti che parlino immediatamente a tutti e che, soprattutto, ricordino a noi la bontà del lavoro fatto e ci incoraggino a portarlo avanti.

Ciò che qui è detto in forma di numero, ognuno di noi l’ha vissuto come storia personale. Ai numeri ci si àncora come a delle boe, per gettare lo sguardo, letteralmente (pensiamo che i colleghi siano d’accordo), su un mare di ricordi.

Abbiamo accolto fino a 150 persone contemporaneamente, arrivando a gestire 24 appartamenti/case. Questo è stato il numero massimo di persone accolte e di appartamenti gestiti da Symploké. I nostri ospiti sono stati e sono tuttora: uomini singoli, donne singole (un piccolo numero) e famiglie (dal 2017 è stata evidente la presenza in aumento di questa “tipologia” di richiedenti protezione internazionale, ce ne siamo ben accorti collaborando per il supporto al Campo Cappelletti e ci siamo dedicati a loro).

Ora, non è immediato dire quante persone siano passate in totale dalle nostre accoglienze, il lavoro di analisi di questo dato richiede tempo e soprattutto richiederebbe la ricostruzione dei percorsi anche dei molti ospiti passati per l’Hub di prima accoglienza Sirtori, gestito dal 2014 (prima che nascesse Symploké, con Caritas) al 2017. Inoltre, sarebbe utile anche ricostruire quante persone abbiamo seguito con la nostra équipe legale senza che fossero direttamente accolte da noi.

Le persone accolte da Symploké erano 90 a fine 2015, 126 a fine 2016, poi 137 e 147 rispettivamente a fine 2017 e fine 2018. A fine 2019 le persone accolte erano 100. Come abbiamo già descritto altrove, il 2018 e 2019 sono stati gli anni della contrazione dell’accoglienza, e la cosa è resa evidente dall’ultimo numero. Ribadiamo qui che l’obiettivo di Symploké non è mai stato fissato al rialzo del numero di accolti, che il nostro imperativo è stato rispondere a un bisogno, che abbiamo cercato di assecondare la crescita dei numeri con una attenzione alla crescita delle competenze interne e con la differenziazione e specializzazione di servizi. Se ce ne fosse bisogno ricordo anche che 150 ospiti suddivisi in 24 case significa una media di 6/7 ospiti per centro di accoglienza.

Sì. La forte crescita del fenomeno migratorio dal 2015 al 2017 ha trascinato la crescita della cooperativa, i cui lavoratori sono passati da 0 a 38 in quattro anni (15 a fine 2015, poi 25 nel 2016, 33 nel 2017, 38 nel 2018) quasi tutti dedicati a seguire e migliorare l’accoglienza, per poi scendere a 29 nel 2019. L’aumento numerico del personale è stato gestito con attenzione alla ricerca delle competenze e della motivazione, nell’ottica di differenziare i servizi e specializzare così i percorsi.

Un esempio di specializzazione ha riguardato la scelta determinata di Symploké nel dotarsi di una risorsa specificamente dedicata allo sviluppo dei percorsi lavorativi degli ospiti, un servizio mai esplicitamente richiesto dai bandi di accoglienza, anzi, negli ultimi due anni proprio esplicitamente “espunto” (come anche il supporto psicologico) dalle spese rendicontabili. Tuttavia il lavoro è alla pari di altre dimensioni – come per esempio la consapevolezza del proprio iter – importante per una buona riuscita del percorso. Symploké ha potuto erogare in cinque anni, appoggiandosi a Enti di formazione, altre cooperative e aziende, 314 corsi di formazione professionale (non “ore” di corso, corsi!) e 188 esperienze di tirocinio lavorativo.

L’abbiamo già detto. I numeri sono appigli per raccontare ciò che abbiamo fatto. Questi pochi spunti (e ne tralasciamo molti altri!) per ora possano bastare a chi ci legge da fuori per comprendere “quanto” o “come” ci siamo mossi per accogliere e seguire le persone che ci hanno raggiunto con il loro progetto migratorio più o meno consapevolmente avviato. E a noi, che ci leggiamo dall’interno, servano da rinforzo per la convinzione di aver fatto bene – o almeno al meglio – il nostro lavoro.

Come nota finale, ma più importante di tutte, precisiamo che se abbiamo potuto fare tutto questo è perché non siamo stati da soli, ma supportati da persone, associazioni, realtà, gruppi, professionisti, istituzioni o comunque persone nelle istituzioni, sensibilità, tutti preziosi e determinanti. E senza poterli nominare tutti qui, li ringraziamo di cuore.

Avanti tutta, “fra le boe”.

La versione inglese del nostro Vademecum per gli ospiti