Cronache di fatti di violenza
13 Dicembre 2021
La pagina dell’articolo de La Provincia online
Registra importanti sviluppi il procedimento scaturito dalle indagini dei Carabinieri di Menaggio, partite due anni fa dopo l’aggressione di ignoti ai danni di un nostro ospite migrante. Ricordo come il fatto, denunciato anche sul sito della cooperativa Symploké (Link qui sotto) avesse sollevato un importante (e insolito per i nostri standard) clamore mediatico.
E a ragione. Prima di tutto perché il fatto fu grave. Ogni forma di violenza è condannata, tanto più se ai danni di una persona che non ha mai cercato lo scontro con nessuno. Poi, perché il nostro ospite stava portando avanti un percorso di integrazione molto strutturato, con il massimo impegno, tanto che fu aggredito mentre tornava dal lavoro e fu soccorso dal suo stesso titolare.
La cosa, di per sé ingiusta, era dunque parsa ancora più ingiusta a chi lo conosceva, anche tra le stesse Forze dell’Ordine locale, che si erano dedicate al caso con la nostra stessa incredulità.
Non troviamo alcuna forma di soddisfazione, ora, nel venire a sapere che i responsabili del fatto sono stati individuati e che si è scoperto che se la prendevano anche con altre persone, con disabilità. Non sta a noi raccontare ciò che la stampa locale sta raccontando in questi giorni.
Ci sta a cuore, però, sottolineare che la violenza accade, tra noi, anche nel nostro “piccolo mondo” paesano, nelle forme più ciniche e assurde cui la modernità ci sta assuefacendo. Apprendiamo che un gruppetto di giovani ragazzi prendeva di mira, vessava e malmenava degli “indifesi” (consentiamoci questo termine). Accade.
Al nostro ospite toccò una ombrellata alle spalle, vibrata da una macchina in corsa che lo superò mentre era in bicicletta.
Lui non ha mai voluto essere intervistato, né desiderava che l’evento avesse eccessiva risonanza. Per parte sua, ci ha mostrato onestà ed equilibrio e, nel contrasto con la gravità del gesto degli aggressori, anche il suo voler rimanere in silenzio ancora oggi, “a indagine conclusa”, ci insegna rettitudine morale.
Due anni fa l’episodio ci appariva inquadrabile in una prospettiva di disprezzo per i migranti, oggi tristemente scopriamo che anche altre vittime, rimaste in silenzio perché impaurite, erano oggetto di violenza (a quanto pare “gratuita”). Allora, qualcuno ci suggeriva di non alimentare il dibattito dando visibilità all’episodio. L’abbiamo comunque narrato. E ora siamo contenti di averlo fatto.