Lo scouting: percorsi di accompagnamento reale, per superare ogni fragilità

3 Dicembre 2018

In questa seconda puntata, che prosegue l’articolo pubblicato la settimana scorsa, Gabriele Bianchi, operatore di Symploké, spiega il lavoro di scouting in sinergia con le aziende del territorio.

L’orientamento al lavoro e le attività di formazione trovano dinamiche concrete attraverso relazioni e contatti con le aziende del territorio. L’obiettivo è dare la possibilità a ogni persona coinvolta nel progetto di maturare un’esperienza di tirocinio lavorativo vero e proprio.
Gabriele Bianchi, operatore della Cooperativa Symploké, dedica parte del suo tempo all’attività di scouting, svolgendo il ruolo di referente per le aziende, con il compito di curare gli scambi e le collaborazioni con gli imprenditori locali.

Gabriele, illustraci il tuo lavoro!

«Il progetto di scouting, che prende avvio alla fine del 2017, nasce dall’esigenza di incrementare e potenziare i percorsi di accompagnamento e inserimento nel mondo del lavoro dei giovani accolti dalle strutture coordinate da Symploké e, più in generale, delle persone che accedono storicamente ai servizi offerti dal mondo Caritas. Con l’inserimento dell’attività di scouting, Symploké propone un’offerta organica e ben articolata di servizi nell’area lavoro e risponde in modo adeguato in un’ottica di integrazione socio-lavorativa per i richiedenti asilo ampliando l’offerta dei tirocini in più settori lavorativi».

Come si è articolato il progetto in questi mesi?

«Si è trattato di sviluppare una nuova strategia per la ricerca del lavoro e comprendere la realtà del territorio comasco in un mercato che affronta oggi criticità inusuali in termini di domanda-offerta e in continuo cambiamento. L’obiettivo è di costruire nel tempo un rapporto diretto con le aziende ed entrare, quindi, nel vivo delle loro dinamiche, per esempio visitando l’azienda, conoscerne il contesto, dialogare con il management e così via. Un altro obiettivo è di attivare un ulteriore servizio, che spesso non è offerto alle aziende che si avvalgono dei comuni canali di recruiting (selezione e reclutamento del personale, ndr), legato al tutoraggio/monitoraggio degli inserimenti, per valutare l’apprendimento e l’efficienza del tirocinante e garantirne un proficuo inserimento in azienda, attraverso il confronto costante con i tutor/referenti aziendali».

Come avete organizzato il vostro lavoro?

«Consapevoli che per cercare un lavoro si deve impostare un piano “strategico”, con la collega Lisa Tassoni, che per Symploké è referente dell’area formazione e lavoro, abbiamo gettato le basi per un lavoro in sinergia, che nell’arco di quest’anno ha certamente prodotto buoni risultati. Nei primi mesi del 2018 abbiamo contattato circa 35 aziende di media-grande dimensione, sul nostro territorio, in diversi ambiti lavorativi; questi contatti non hanno però prodotto “agganci” significativi. Tuttavia, abbiamo pensato, nel secondo trimestre dell’anno, di utilizzare canali differenti di contatto, in particolare utilizzando i principali siti d’incrocio domanda e offerta di lavoro e la rete interna di contatti di Caritas. Con questa strategia più mirata abbiamo contattato circa 40 aziende in 10 settori diversi riuscendo ad attivare 9 nuovi tirocini».

Quindi, un lavoro capillare e caparbio. Il tempo poi vi ha dato ragione…

«Nel trimestre luglio-settembre 2018 abbiamo ulteriormente incrementato i contatti individuando 80 aziende che offrivano opportunità di tirocinio in linea con i percorsi professionalizzanti fatti dai nostri ragazzi. Diversi colloqui con i candidati sono stati fatti presso le aziende e attivando di fatto una decina di nuovi tirocini».

Occorre continuare con perseveranza…

«Il lavoro di scouting richiede tempo e pazienza ma per il futuro puntiamo di ottenere risultati sempre più positivi nella certezza che i percorsi di accompagnamento al lavoro siano fondamentali affinché si strutturino percorsi di crescita, autonomia e integrazione nelle persone che si trovano in una temporanea o perdurante condizione di fragilità».